“Naturae enim non imperatur, nisi parendo” (La natura non si domina, se non ubbidendole)

Sabato 18 giugno a Pesaro si è svolto il Marche Pride, sebbene siano già state diverse le iniziative LGBT in calendario che hanno anticipato la data della parata finale.


Dopo le polemiche legate alla mancata concessione del patrocinio da parte della Regione, alla vigilia dell’evento è il Movimento Nazionale – La Rete dei Patrioti a riaccendere il dibattito.
I militanti della sigla nazionalista nella serata di giovedì scorso hanno affisso uno striscione lungo il tragitto della sfilata con su scritto “Quali diritti? Solo capricci”, con le ultime cinque lettere dipinte in rosso per chiamare in causa anche il sindaco cittadino, Matteo Ricci, che ha accolto a braccia aperte l’evento.
Sempre lungo il percorso del pride e nelle zone limitrofe sono state affisse anche diverse locandine con il medesimo slogan per esprimere il più totale dissenso allo svolgimento della parata.


L’attacco è rivolto ovviamente a tutte le associazioni #lgbt e ai paladini del progressismo che pretendono che i loro vizi e le loro perversioni diventino diritti intesi come beni sociali e dunque promossi dalle Istituzioni.
Quello che si sta imponendo è infatti un vero e proprio indottrinamento, è l’imposizione di un pensiero unico proprio sulle questioni più importanti come la sessualità, la vita e la famiglia, quest’ultima cardine della nostra società fondata su quella ricchezza unica e inimitabile che è la complementarietà tra uomo e donna.


E così finiscono per confondere volutamente i diritti con i capricci. Gli omosessuali infatti non hanno alcun diritto ad adottare un bambino ma è semmai diritto di un bambino quello di avere una madre ed un papà. Così ha deciso la Natura.