Armi italiane all’Ucraina: una vicenda tragicomica

Il governo italiano è l’unico ad aver secretato il dettaglio degli armamenti inviati a Kiev – al contrario dei Ministeri della Difesa degli altri paesi NATO che stilano liste dettagliate accessibili al pubblico – ma il sottobanco è saltato.

La fantomatica segretezza è salva solo sulla carta, poiché la Polizia Stradale di Salerno ha esposto la paletta e fermato la marcia di tre avanzatissimi Pzh-2000, semoventi di artiglieria – costo oltre 9 milioni al pezzo –  il meglio dell’industria bellica occidentale, poiché i trasportatori privati incaricati sono risultati sprovvisti di carta di circolazione a norma di legge.

Riassumendo: 1. il governo italiano invia gli armamenti più avanzati del nostro magro arsenale all’Ucraina, senza paura di arrischiare la già scarsa capacità operativa delle nostre forze armate; 2. agisce in segreto, temendo l’opinione pubblica e possibili ripercussioni internazionali; 3. fa saltare il segreto, incaricando trasportatori privati inadempienti alle più elementari norme stradali.

Povera Italia è un eufemismo: il terzo mondo non ci fa concorrenza, ormai siamo capofila del quarto.
A meno di un cambio radicale e immediato, il destino italiano è segnato o, forse, lo è già da tempo sull’agenda di qualche vile affarista.